LA PRESENCIA DE DIOS EN MEDIO DE LA HISTORIA DEL HOMBRE.



A lo largo de la historia, Dios ha hablado a los hombres de muchas maneras, hoy nos ha hablado por medio de Jesucristo. Él se hace hoy presente en medio de su Iglesia, la Iglesia que él ha querido fundar. Cristo, única promesa de felicidad, se hace presente en la realidad de cada día, en cada hombre y en cada acontecimiento.

Por ello, este blog lo que pretende es reconocer a través de los hechos en la Iglesia, la presencia de Dios en medio de su Pueblo.

sábado, 12 de septiembre de 2015

La motivazione

Questa sera nell’omelia desidero un po’ spiegare cos’è la motivazione. La parola motivo è una cosa, un evento, una persona, una situazione che muove la tua mente, la tua volontà, la tua psiche, i tuoi affetti, i tuoi sentimenti e anche i sensi. La motivazione è un motivo costante. Ovviamente il motivo è sinteticamente il principio, la successione, il fine o la fine. Per cui il motivo non può essere episodico, ma la motivazione è stabile e non è episodica. Da dove bisogna far scoccare il motivo? Certamente dalla persona.
Il motivo varia secondo l’età: i bambini giocano, le ragazzine le bambole, i più grandetti il telefonino, la bicicletta, quelli più grandi l’automobile; poi le motivazioni: trovare gli amici, le amiche, studiare, lavorare, fidanzarsi e sposarsi e ovviamente, dopo che si è sposata ed ha avuto figlioli, entra il ginepraio delle motivazioni: ho dato tutto che devo fare più!? C’è chi lavora e comincia a tagliuzzare le motivazioni: ai bambini sì, alla moglie no; alla casa sì, ai bambini no; si comincia così a vivisezionare la motivazione.
Da dove si parte? sempre dall’uomo, dalla donna; ma la motivazione, cioè questo co¬stante motivo che deve impegnare la vita di una persona o di più persone, deriva in modo particolare del fine della vita.
I fini fondamentali si riferiscono allo stato di vita: o al matrimonio per la famiglia umana, o sacerdote e consacrati per la famiglia di Dio. Ovviamente, lo stato di vita ha come anima la motivazione, perché se uno ha scelto la famiglia, la motivazione è la moglie, i figlioli, l’avvenire dei figlioli, la casa, il lavoro; però è chiaro che le motivazioni secondo la vocazione di ognuno, dovrebbero sempre rimanere non soltanto presenti, ma vive, vitali, operanti, giorno dopo giorno, nella vita di una persona o di una famiglia o di una istituzione: la scuola, l’ospedale, associazioni varie: culturali, sportive, partitiche, politiche.
Certamente le motivazioni vengono dalla vocazione della vita, dallo stato di vita. E tutte le vocazioni, anche quella che viene da Dio, per poter avere sempre la motivazione connessa con la vocazione, è necessario che sia liberamente accolta come la vocazione che viene dal Signore.
Ci sono altre “vocazioni” di vario genere che possono essere differenziate, distinte, se¬condo le scelte che ognuno ha fatto o del lavoro o degli hobbies che ha, o altro. Certo è che la motivazione, in fondo, anche se è implicita, è nell’anima di una vocazione; se si perde la motivazione, ovviamente, uno sportivo o iscritto ad una associazione, se non ha le motivazioni ovviamente si distacca dall’istituzione. Per poter avere sempre viva, vitale e vivace la motivazione; per esempio della famiglia, il Signore ha voluto istituirla come Sacramento, per cui le motivazioni: lo sposo, la sposa, i genitori, i figlioli, i fratelli ecc., se vengono estorte dalle motivazioni umane, si esauriscono; avviene che il marito si divide dalla moglie, i figlioli vanno per conto loro, e la famiglia si disperde.
È difficile avere stabilmente le motivazioni se si fondano soltanto su un elemento umano come per es. l’amore, l’affetto, la simpatia o altro; questa motivazione può essere contestuale soltanto con un’attrazione umana. La motivazione, che è connessa con lo stato di vita, deve essere un motivo costante, stabile; la quale motivazione, il quale motivo, non soltanto è segno che si ama la famiglia, quell’istituzione o quello stato di vita, ma si intende avere sempre viva e vitale questa appartenenza, perché amare vuol dire voler bene. La motivazione cos’è? È la ricerca costante di tutto quello che può essere contestuale per amare, per dimostrare l’amore, per dare i beni che sono necessari alla moglie, ai figlioli, al lavoro. Dunque la motivazione non è altro che la sorgente che viene dallo stato di vita, e che produce tutto quello che è necessario per realizzare la vocazione, o che venga dall’Alto, dal Signore, o che venga per libera scelta come sport, associazione sportiva, culturale o altro. La famiglia è umana però, se esaurisce la motivazione, si sfascia. Tutte le motivazioni, anche il denaro, anche la bellezza, anche tutto ciò che può essere con¬testuale al rapporto di uomo e di donna, si esaurisce; e, poiché c’è l’obbligo di essere fedeli per tutta la vita sino alla morte, attenti bene, l’amore non cessa, le motivazioni possono cambiare, le tenerezze, le affettività possono anche essere diminuite, o addirittura assenti, però l’amore, il volersi bene, questa donazione costante dello sposo alla sposa e della sposa allo sposo, dei genitori ai figlioli, dei fratelli ai fratelli, viene supportata e arricchita dal Sacramento, perché questo è lo scopo del Sacramento: non far mai esaurire, estinguere, le motivazioni perché regni sempre l’amore.
È chiaro che il Sacramento ha un’origine diversa da tutte le altre associazioni, perché il sacramento del Matrimonio ha in sé dei beni che le motivazioni devono donare giorno dopo giorno. Il Sacramento è un insieme di Grazie, quindi di doni, per cui non verrà mai meno il Sacramento sino alla fine della vita, cioè l’amore e la sua motivazione, anche se certi motivi non ci sono più, come la tenerezza, l’abbraccio, il bacio o altro, perché resta il bene essenziale che è la vita. Gli anziani si amano in continua donazione della vita, lo sposo alla sposa, la sposa allo sposo, i genitori ai figlioli, e le motivazioni e i motivi fondamentalmente vengono dal dono della vita. È chiaro che se c’è la vita che è il più, non può mancare anche il bene: i nonni, i genitori buoni, i nipotini. Non c’è come nella vita adulta quella manifestazione, che ci poteva essere o all’inizio del matrimonio o nell’età adulta; cambiano le motivazioni, però l’anima non cambia mai, l’anima della vocazione alla famiglia è l’amore.
Perché ci sia sempre questo amore fino alla fine della vita, il matrimonio è stato elevato alla dignità di Sacramento. Il Sacramento non è altro che l’insieme di quei doni di amore per lo sposo e la sposa, per i genitori e i figlioli; tutti questi beni devono essere sufficienti, o abbondanti, fino alla fine della vita dello sposo e della sposa. Ma nel campo dell’altro stato della vita, mentre per il matrimonio la motivazione e i motivi un giorno o l’altro alla fine della vita si esauriscono, per i sacerdoti e le anime consacrate le motivazioni e i motivi non si possono esaurire, perché anzitutto deve essere una motivazione spirituale, poi Gesù e la Chiesa, Gesù è Dio, Lui è eterno e non può estinguersi come si estinguono certe motivazioni contestuali al matrimonio lungo la vita. Con Gesù, addirittura, avviene tutto alla rovescia: man mano che tu rendi fecondi questi motivi e queste motivazioni, aumenti sempre di più la comunione con Cristo; per cui, anziché estinguersi e arrivare al dono della vita come gli anziani per gli sposi, per cui sottoscrivono la fedeltà della do¬nazione del matrimonio, i sacerdoti non hanno nessun motivo per diminuire o la motivazione o i motivi per essere uniti al Signore.
È chiaro che quando l’amore è debole, le motivazioni pian piano si smorzano o si spengono: la preghiera, la vigilanza, l’ubbidienza, la carità, l’umiltà, le opere buone ecc.; siccome noi abbiamo una vocazione spirituale, se manca la motivazione spirituale, è segno che stiamo andando dall’altra parte, quella umana, quella materiale, quella del mondo. E quindi che succede? Se per esempio voi venendo in cappella non sentite le motivazioni della preghiera con cui ci si unisce a Gesù in una comunione intima con Lui, è chiaro che vi sentite fuori campo, come un pesce fuor d’acqua. Per cui che succede? Non avendo più presente l’anima della vocazione, che è spirituale, sia per Cristo che per la Chiesa che è un regno spirituale, non avendo più questo motivo, questa motivazione perché mancano le opere che devono alimentare queste motivazioni, spirituali, soprannaturali, divine, è chiaro che l’amore, il motivo e le motivazioni sono state aggredite. E sic¬come il motivo è duplice: o con Cristo o con Satana e il mondo, è chiaro che quando un’anima consacrata, un sacerdote, nella preghiera, o nelle varie attività proprie dello stato in cui si trova libera¬mente accolto dal Signore, se mancano le motivazioni, o non le fa o non c’è amore.
Don Pierino Galeone

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