LA PRESENCIA DE DIOS EN MEDIO DE LA HISTORIA DEL HOMBRE.



A lo largo de la historia, Dios ha hablado a los hombres de muchas maneras, hoy nos ha hablado por medio de Jesucristo. Él se hace hoy presente en medio de su Iglesia, la Iglesia que él ha querido fundar. Cristo, única promesa de felicidad, se hace presente en la realidad de cada día, en cada hombre y en cada acontecimiento.

Por ello, este blog lo que pretende es reconocer a través de los hechos en la Iglesia, la presencia de Dios en medio de su Pueblo.

lunes, 14 de septiembre de 2015

La motivazione (parte 2°)

https://lecatechesididonvincenzocarone.wordpress.com/2015/09/14/la-motivazione-parte-2/

Seconda e ultima riflessione sul tema: la motivazione
La cosa strana è che le motivazioni dei sacerdoti o delle anime consacrate le vogliono trovare laddove non ci possono essere; vogliono trovare le motivazioni secondo le esigenze del proprio stato di vita, cioè sacerdote o anima consacrata, nelle cose materiali. Le cose materiali sono persone, immagini, cose, macchine, vestiti o altro. Se l’anima guarda a tutte queste motivazioni e si sente spinta di rendere reale il suggerimento delle motivazioni, è chiaro che ha perduto proprio l’essenza della propria identità, cioè di essere un sacerdote o un’anima consacrata. Cosa fa satana con molta abilità? L’anima, in questa condizione, non avendo motivi e motivazioni stabili nella vita spirituale, non prega bene, facilmente è distratta, si annoia, dorme molto, e se la preghiera è debole, l’unione con Gesù è debole; molto facilmente ci sono le debolezze varie del mondo. Però satana è molto abile. Se non ci sono le vere motivazioni che sono inerenti al loro stato di vita, lui mette delle motivazioni che apparentemente sono buone, per esempio la famiglia, la salute, il lavoro; e abbuffa, ingolfa la mente, il cuore di tante occupazioni e preoccupazioni del lavoro; anche un lavoro che può essere appeso a campana all’ubbidienza: si va a scuola, si va in ospedale, si fanno altre attività, si va in parrocchia, in curia o dovunque sia, però questi impegni che sono appesi all’ubbidienza, sono svuotati delle motivazioni. E quando non c’è la motivazione dell’amore a Gesù, facilmente scatta la motivazione dell’Io: per non fare brutta figura, per fare bella figura, e l’Io comincia a dare le sue motivazioni. Per cui succede questo: non c’è in un sacerdote, in un’anima consacrata, la motivazione essenziale, la quale ovviamente rende feconde anche tutte le altre motivazioni, anche il lavoro; ma se non c’è la motivazione essenziale, tutto diventa lavoro materiale, motivazione materiale che stanca, abbuffa la mente, innervosisce, vuol trovare soddisfazione nella vita che non può trovare, perché le soddisfazioni di un sacerdote, di un’anima consacrata, sono diverse da quelle che può avere un operaio, un professionista; deve avere altre motivazioni, altre soddisfazioni che vengono dall’alto, che vengono da Dio. Facilmente si disorienta il cuore di chi è fuori campo, per esempio: se uno è sposato può essere eccessivamente attratto dal lavoro, per cui lascia la famiglia, e cosi indebolisce anche la sua comunione con Dio, perché il matrimonio è un Sacramento che viene dall’alto. Il sacerdote, un’anima consacrata, quando perde le motivazioni, si sente stanca, avvilita, delusa; ovviamente questo è un processo che satana abilmente fa, perché lui pre¬senta altre motivazioni: quella persona, quel collega, internet o altro; motivazioni che possono non dare veramente l’amore vero, ma possono far scoccare un amore sbagliato verso le creature, che può essere o di orgoglio, o delle cose della carne. L’anima si riempie di queste motivazioni per cui tutto questo mondo motivato materialmente, ha demotivato l’altro ambiente, quello proprio essenziale della propria identità di essere sacerdote, anima consacrata; per cui non sente di pregare, di fare la meditazione, di stare davanti a Gesù Eucaristia; manca la fecondità di questa potenza eucaristica della preghiera, per cui l’ubbidienza ai Voti e la carità vengono sempre motivate dall’Io: ora è giusto, ora mi sento, ora no, ora sì. Le motivazioni non vengono più dall’alto, dall’amore a Gesù o dall’amore alla propria vocazione, o dall’amore alla Chiesa per salvare le anime, le motivazioni vengono da come uno si sente: è giorno di festa, sì, sì bacio la mano, do un bacetto, facciamo festa, si mangia. Le motivazioni si questuano da tutte le circostanze che possono inevitabilmente capitare specialmente in una Comunità, in famiglia; però sono motivazioni che rendono feconda una mentalità che non è conforme alla propria identità; parlo sia della famiglia che di sacerdoti e anime consacrate. Dove voglio arrivare io? Tu sei sempre nello stato di vita proprio che liberamente hai scelto, o la famiglia o la consacrazione, il sacerdozio? La tua motivazione di vita è coerente con quello che tu hai ricevuto da Dio, con quello che tu devi dare a Dio, e devi dare alla Chiesa per la tua salvezza, e per la salvezza delle anime? Quindi devi dare testimonianza integrale della tua persona: come pensa, come parla, come veste, come mangia, come si presenta. La vocazione vive con le motivazioni sempre feconde, giorno dopo giorno. satana è molto abile a svuotare, per quanto gli è possibile secondo le situazioni di ogni anima, le motivazioni che sono coerenti con la propria vocazione. Un padre di famiglia, per esempio, si sente ingolfato nel lavoro, o televisione, amici, altro ecc. e lascia di pregare, lascia la famiglia, è demotivato dalla sua vocazione, perde cioè la motivazione propria del suo ruolo. Oppure una donna che pensa troppo alla pelliccia, alle cose, vestiti, rossetto, di qua, di là, si distrae; ci sono queste motivazioni diverse che sono alterate; questo è segno che uno sposo, una sposa hanno perduto la carica delle proprie motivazioni per essere sposo, sposa, genitori, per pensare a Dio, alla famiglia, alla fede, non solo, ma anche a ciò che è divino e a ciò che è umano. Ora, andando in fondo in fondo, quando non c’è questa motivazione di amore, o in un settore o nell’altro, molto facilmente: beh, andiamo in chiesa, preghiamo, scendo in ritardo, seguo la Messa, il breviario, rosario… questo perché manca l’anima della motivazione, cioè l’amore che deve essere coerente con la propria vocazione. Essendo una vocazione spirituale, la comunione deve essere con Cristo e con la Chiesa, l’anima invece si arrangicchia formalmente. Manca l’amore dentro a queste motivazioni, che anche formalmente si reggono ancora; le cose vengono fatte forzatamente o per altri motivi, perché gli altri vedono e notano per es.; rimbalzano altre motivazioni che servono a svuotare, a demotivare sempre di più: o il lavoro, o la famiglia, o anche la salute, lo stile di vita, le amicizie; sono tutti grappoli diabolici, che demotivano o nel campo della famiglia o nel campo della consacrazione. Qual è la conseguenza di uno che vive sempre motivando il suo pensiero, le sue parole, le sue azioni? È l’amore riferito a Dio in modo particolare, particolare perché anche la famiglia deve essere in comunione con Dio, non solo per il sacramento che ha ricevuto, ma anche naturalmente.
Se tu ancora senti l’amore di pregare, l’amore di essere sacerdote, lascia stare tutti gli impegni che hai, tutti i lavori; è giusto per es. che tu devi stare bene, è giusto anche di essere elegante, lo diceva Padre Pio, in modo tale che tu sia gradito non soltanto a Dio, ma anche alla gente per essere accolto; perché l’accoglienza serve per poi dialogare e dire una buona parola, anche questo è necessario.
La domanda che io vorrei arrivare a fare questa sera: tu senti l’amore veramente per Gesù, per la Chiesa? Ti impegni giorno dopo giorno, sempre, ad essere più buono, più buona, a realizzare il tuo sacerdozio, la tua consacrazione? Tutto il resto lo devi fare, non lo devi escludere, però deve essere subordinato alla motivazione essenziale della tua vocazione.
Vorrei dirvi questo: tutto quello che si fa, da quando vi alzate al mattino: lavorate, state in Comunità, mangiate, dormite, che motivazione ha dentro di te? Per esempio ti alzi al mattino, offri la giornata al Signore tu che sei padre, madre di famiglia, consacrata, sacerdote? Quando preghi, ti rendi conto che la preghiera deve servirti non soltanto ad evitare il male, fuggire le occasioni, ma anche per poter avere la forza di fare il bene, e fare il bene facendo la volontà di Dio, giorno dopo giorno, secondo gli impegni che vengono dalla tua condizione di vita?
La motivazione è questo stato permanente di avere presente i motivi per realizzare la propria vocazione. Stai come un pesce fuori d’acqua? Le motivazioni le cerchi altrove per avere un senso della vita?
Quando le motivazioni si esauriscono, non hai più il senso della vita: hai sbagliato tutto, sei deluso, della moglie, del marito, sei deluso della vocazione di sacerdote, anima consacrata. La scelta diversa delle motivazioni è l’inizio, non dico del disgusto, ma della mancanza di amore allo stato di vita che il Signore ti ha donato con grande predilezione. Il Signore ha detto che tutto quello che ti ha dato, anche l’amore alla famiglia, alla Comunità, ai genitori, al lavoro, l’hai avuto da Lui. Tu devi mantenere quella gradualità che deve essere coerente con la tua vocazione di vita; e cioè: prima la tua comunione con Cristo, poi con la famiglia che Dio ti ha affidato, poi con tutti quanti quelli che il Signore ti ha affidato perché abbiano un posto nel tuo cuore secondo la volontà di Dio; mai devi ante¬porre in maniera sbagliata motivazioni a quello che Dio ha affidato alla tua vocazione.
I motivi della motivazione non li potete trovare voi da soli, i genitori, gli sposi, ma con Cristo, e da Cristo. Devi metterti in comunione con Lui, che deve reggere sia la famiglia di Dio, e sia la famiglia umana; se non ti metti in comunione con Lui che è la fonte dei motivi, e la stabilità delle motivazioni, non riuscirai mai. Ma come si fa, noi sacerdoti, voi anime consacrate, voi genitori, come si fa a lasciarci sfilacciare le motivazioni della nostra vocazione, come si fa? Abbiamo il Padre Celeste che ci vuole bene, il Figlio suo che è venuto a salvarci, lo Spirito Santo che ci aiuta a santificarci, abbiamo la Mamma, abbiamo fratelli e sorelle che sono buoni; sì tutti abbiamo i nostri difetti, ma i difetti il Signore ce li ha lasciati appunto per farci esercitare nella fede, nella speranza e nell’amore; come noi abbiamo bisogno di misericordia, così anche i fratelli.
Quando un’anima vive la motivazione della propria vocazione, è sempre gioiosa, sempre con¬tenta, sempre felice, è pronta ad aiutare, a perdonare, è pronta a tacere, è pronta a parlare, è pronta a staccarsi dai propri beni per aiutare gli altri.
Com’è bello, i veri figli di Dio sono operatori di pace e quando portano la pace sono beati.
Sto pensando: Gesù mai è stato demotivato dall’amore verso di noi, è stato sempre misericordioso, ha atteso, quanta pazienza, mai è stato demotivato nel suo cuore.
Mamma Celeste, che cosa bella avere sempre dentro di noi la gioia di realizzare la nostra vocazione cristiana!
Don Pierino

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